Novità sulla guida in stato di ebbrezza


Se un soggetto alla guida di un mezzo veniva fermato dalle Forze dell'Ordine e sottoposto ad etilometro poteva incorrere, in relazione al grado di alcol nel sangue, in 3 tipi di sanzioni.
La sanzione maggiormente punitiva era quella che prevedeva il sequestro o la confisca del mezzo se, a seguito del test, risultava che il conducente avesse un tasso alcolemico maggiore di 1,5 g/l. Confisca significa che l'auto o la moto andavano all'asta. Ad ogni modo fino al 31.05.2010 se il conducente del veicolo NON era anche proprietario, lo stesso veicolo non veniva confiscato.

La Suprema Corte di Cassazione - Sez. Penale, però, con la sentenza 20610 del 01.06.2010 ha asserito che al pari della proprietà deve considerarsi appartenenza del mezzo anche la materiale detenzione o signoria sul bene.
Il caso deciso con la menzionata sentenza riguardava un soggetto di 39 anni alla guida di uno scooter di proprietà della madre di 68 anni. Il conducente dello scooter veniva fermato dagli agenti di Polizia e gli veniva riscontrato un tasso alcolemico oltre 1,5 g/l. Nell'ipotesi in esame la Corte ha ritenuto che l'intestazione del veicolo rispondesse a funzione di mera fittizietà e che, dunque, fosse ravvisabile quella che è stata definita “una signoria sulla cosa...dell'imputato..al momento del fatto”.

Riassumendo: Fino al 31.05.2010 se il conducente veniva sottoposto ad accertamenti e solamente se lo stesso era alla guida di un mezzo di propria proprietà, il mezzo poteva andare all'asta o essere sequestrato ma se lo stesso veicolo eri di proprietà di un diverso soggetto non poteva finire all'asta.
Dal 01.06.2010 ogni autoveicolo può finire all'asta o essere sequestrato se il soggetto conducente viene sottoposto ad accertamenti alcolemici e sfora il limite di 1,5 g/l, sia se egli sia o non sia il proprietario del veicolo condotto.

Per ulteriori chiarimenti, contattare i seguenti recapiti:
Avv. Roberto Righi
Piazza Agide Fava n. 5 – Pesaro
tel.: 347,4445105
e.mail: studiolegalerighi@alice.it

TRUFFA E INTERNET - PHISHING E ASTE ON LINE


Truffa on - line

Internet è diventato un mezzo di lavoro e comunicazione unico e indispensabile che, però, se usato con troppa superficialità può dare adito a brutte sorprese.
Le truffe informatiche mediante internet, infatti, sono ormai all'ordine del giorno.
Si sono moltiplicati in tutto il mondo i modi per truffare i consumatori in buona fede, attraverso messaggi di posta elettronica, aste o altro.

Le più frequenti truffe on – line, che vengono perpetrate mediante internet sono le seguenti (fonte: sito della polizia di stato):
- Finte vendite all'asta sul WEB, con merci offerte e mai inviate ai clienti o con prezzi gonfiati;
- Offerta di servizi gratis su internet che poi si rivelano a pagamento o mancata fornitura di servizi pagati o fornitura di servizi diversi da quelli pubblicizzati;
- Vendite di hardware o software su catalogo on-line, con merci mai inviate o diverse rispetto a quanto pubblicizzato
- Schemi di investimento a piramide e multilevel business;
- Opportunità di affari e franchising;
- Offerte di lavoro a casa con acquisto anticipato di materiale necessario all'esecuzione di tale lavoro;
- Prestiti di denaro (mai concessi) con richiesta anticipata di commissione;
- False promesse di rimuovere informazioni negative per l'ottenimento di crediti (es. rimozione di nominativi da black-list);
- False promesse di concessione (con richiesta di commissione) di carte di credito a soggetti con precedenti negativi;
- Numeri a pagamento (tipo 899) da chiamare per scoprire un ammiratore segreto o una fantomatica vincita (di vacanze, di oggetti).

PHISHING
La truffa che attualmente sta adescando numerosi consumatori è il c.d. Phishing.
Tale truffa consiste nella ricezione di mail che hanno come mittente una conosciuta società (banca, poste....) e invitano a fornire i propri dati personali.
Ebbene sono sempre delle truffe, possono avere contenuto pericoloso in quanto mirano al conto corrente oppure possono semplicemente richiedere i dati per l'invio di pubblicità mirata.
Le banche ed ogni altro istituto di credito mai chiederebbero i dati ai propri utenti on – line attraverso un messaggio di posta elettronica. L'unica ipotesi in cui viene richiesto il codice e numero della carta di credito è durante un acquisto su Internet che il consumatore ha voluto fare.
Se si riceve una mail di questo tipo bisogna assolutamente rispondere ma contattare la società intestataria della mail (naturalmente la vera società).
Se per errore si sono fornite dette informazioni è necessario controllare molto frequentemente il proprio conto corrente altrimenti è possibile incorrere in sorprese non gradite.
Naturalmente è consigliabile utilizzare un buon antivirus che abbia anche antispyware e altro e aggiornarlo spesso.

ASTE ON - LINE
Con queste righe non si vuole certamente denigrare le aste on – line ma si consiglia al consumatore, prima di effettuare l'acquisto, di verificare la fonte della vendita.
Le truffe più frequenti sono:

- Falsa attestazione di spedizione.
I fantomatici venditori possono aprire un asta mediante un sito italiano e dire che l'oggetto è in Italia ma in realtà proviene dalla Cina. In tal caso vi sono alte possibilità che il prodotto venga fermato alla dogana. Se poi avete pagato mediante assegno o utilizzando wester union o bonifico bancario poco potete fare per recuperare i soldi. Se è stata utilizzata, invece, una carta di credito, ci sono maggiori possibilità di agire in regresso.

- Finti acquirenti.
Se si vendono merci su internet è possibile incappare in un “acquirente” che vuole pagare solo mediante assegno. L'assegno potrebbe essere falso o scoperto oppure l'acquirente invia un assegno, sempre falso, di maggiore importo dicendo che ha sbagliato nell'indicare la somma e chiede un bonifico per riottenere la somma eccedente. Anche in questo caso, se si restituisce la somma, si rimane truffati.

Solamente nella giornata del 25 Marzo la Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato ben 6 siti di aste on - line, quindi molta attenzione negli acquisti on - line.

Per ulteriori chiarimenti, contattare i seguenti recapiti:

Avv. Roberto Righi
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studiolegalerighi@alice.it